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Manifesto

Seed è un seme che segna.
Un ponte tra memoria e futuro,
un invito alla lungimiranza.


“L’Uomo deve riconnettersi con le altre forze: deve guardare a terra per ristabilire relazione con natura ed altri esseri viventi, deve guardare in alto per riconciliarsi con angeli e spiriti”.

Joseph Beuys

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Cambiamenti.
Cambiare mente

Non è a rischio il futuro del pianeta. Ma il nostro futuro sul pianeta.

Tra le caratteristiche dell’Uomo – specie dominante apparsa appena una manciata di migliaia di anni fa sulla faccia della Terra – c’è la sua visione egocentrica, che a una coscienza di sé pigramente immutabile, oppone la trasformazione rapida e profonda di tutto ciò che è percepito come ambiente circostante.

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Nel corso della nostra evoluzione abbiamo risposto alle sopravvenute necessità – di alimentazione, residenza, mobilità, interazione sociale – con conquiste tecnologiche che ci hanno permesso di modificare il contesto esterno, custodendo invece un’idea immutabile di noi stessi. Comodamente alloggiati entro i confini sempre più grandi della nostra comfort zone, abbiamo rifuggito ogni urgenza nell’affrontare cambiamenti nel nostro modo di pensare, sentire, agire.

Ma oggi appare evidente che sarà proprio la rapida modifica di mentalità e comportamenti, molto più che l’imposizione di limiti normativi, il solo strumento efficace a fronteggiare la crisi ambientale e i suoi effetti. Che non investono tanto il futuro del nostro pianeta, quanto quello della sopravvivenza della nostra specie sul pianeta.

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Ambiente e salute.
Oggi sono sinonimi

Il verde delle foreste e biomasse vegetali si fonde sempre più con le sfumature di blu che uniscono le acque degli oceani, quella dei ghiacciai e l’aria atmosferica. Ma il legame sempre più stretto dei colori verde e blu ci ricorda anche un altro fatto ineludibile: ambiente e salute sono così interconnessi da essere diventati oggi sinonimi.

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La Natura.
Con l’Uomo dentro

Dati incontrovertibili lanciano un preciso segnale di allarme. Appare sempre più concreta la prospettiva di assistere, già nel corso del secolo attuale, alla trasformazione di una parte consistente del globo a territorio inabitabile o comunque inospitale, con tutto ciò che ne potrà conseguire in termini di accesso alle risorse alimentari, nuovi flussi migratori e tensioni sociali.

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Per fronteggiare tale rischio, è richiesto un deciso cambio di rotta. Occorre ridefinire le nostre aspettative, la nostra idea di vita urbanizzata, le nostre consolidate abitudini di produzione e circolazione delle merci, il nostro modo di costruire, riscaldare, raffrescare e di alimentarci.

Occorre riposizionare nell’immenso organigramma degli esseri viventi il ruolo dei vegetali e degli animali, o meglio, degli altri animali. E ricordare che non si tratta solo di riconnettere – attraverso la geniale torsione di un nastro di Möbius – le facce apparentemente contrapposte di Uomo e Natura, seguendo l’invito formulato già mezzo secolo fa da un artista visionario come Joseph Beuys. Occorre riconoscere e gridare a gran voce, con la disinibita spontaneità del fanciullo, che in realtà il re è nudo e lo è sempre stato: esiste semplicemente la Natura, con l’Uomo dentro.

La dimensione del sacro.
Riscoprire il senso profondo del gesto architettonico.

Seed pone al centro dell’attenzione il tema della sostenibilità umana concentrando il confronto pubblico anche sulla dimensione spirituale e le architetture del sacro

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Riconciliarsi con gli angeli per ristabilire una relazione con la terra significa riconoscere la sacralità del creato. Nella sua continua ricerca di un Dio, l’uomo ha costruito luoghi in cui il sacro nella sua accezione policonfessionale potesse dimorare. Il sacro non è dunque solo un’azione di proiezione, di riconoscimento ma anche di costruzione.

Ri-leggere, Ri-scrivere, Ri-abitare gli spazi sacri, sono tutte operazioni che nel tempo presente possono “ammonire”, stimolare la contemplazione e ri-avvicinare gli uomini tra loro e all’Eterno.